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Descrizione dei sentieri
I sentieri descritti nel testo sono compresi, in gran parte, nel Catasto Regionale dei Sentieri Alpini stilato dalla Regione Veneto nel 1992 nel quadro della L.R. 52/86; l’elenco è stato opportunamente aggiornato ed integrato seguendo le indicazioni trasmesse dalle Sezioni CAI operanti sul territorio. In particolare sono stati inseriti sette sentieri alpini attualmente (2007) non compresi nel suddetto Catasto, per i quali però le Sezioni CAI intendono proporre alla competente Commissione Regionale un loro prossimo inserimento nell’inventario ufficiale. Per sottolineare la peculiarità di questi tracciati, essi sono indicati nel testo con bandierina interamente bianca. Il numero del percorso, che compare anche in questa tipologia di sentieri, è quello che veniva loro attribuito prima dell’attivazione del Catasto Regionale e che verrà così riproposto per essere, eventualmente, inventariato. La suddivisione dei percorsi è stata effettuata in relazione al gruppo montuoso d’appartenenza, per dar modo anche agli escursionisti poco esperti di risalire allo sviluppo del reticolo sentieristico e quindi decidere le possibili combinazioni degli itinerari, servendosi della cartina schematica rappresentante ogni gruppo. Le note sintetiche, che precedono la breve descrizione dei singoli sentieri, riportano:
- il numero caratteristico del percorso corredato della sua denominazione particolare, qualora esista. Talvolta la bandierina segnavia risulta priva di numero in quanto si fa riferimento a sentieri che, benché regolarmente inventariati, non sono mai stati contrassegnati da numerazione, ma solo da denominazione;
- i punti di partenza e di arrivo dell’itinerario possibilmente secondo quanto stabilito dal Catasto Regionale, a cui fanno riferimento sia la segnaletica che la cartografia. Per qualche sentiero, è stato scelto invece di relazionarne il percorso partendo dal territorio il cui fondovalle è più facilmente accessibile con l’automezzo;
- il dislivello del percorso, sia dei tratti in salita che di quelli in discesa. In questo modo si è cercato di aiutare l’escursionista a meglio identificare lo sviluppo del sentiero, finalizzato ad un appropriato calcolo dei tempi di marcia;
- l’indicazione convenzionale del grado di difficoltà del percorso, valutato a livello di un escursionista di medie capacità. Esso è espresso con una delle seguenti sigle:
T = “percorso Turistico”, per gli itinerari su strada, mulattiera o buon sentiero, senza problemi di orientamento, anche se la visibilità è scarsa o il terreno innevato. E’ sufficiente un elementare equipaggiamento da escursione;
E = “percorso Escursionistico”, per gli itinerari dello stesso tipo quando siano lunghi e faticosi, oppure per itinerari con possibili problemi di orientamento o con tratti esposti (anche attrezzati) o su terreno instabile e pericoloso. Vanno affrontati con equipaggiamento da montagna adeguato, specialmente nel vestiario e nelle calzature, e con sufficiente prudenza;
EE = “percorso per Escursionisti Esperti”, per i percorsi che comportano anche arrampicamento facile su roccia ma con problemi di esposizione, passaggi su nevai ripidi che richiedono buona esperienza di montagna, assenza di vertigini e adeguata preparazione fisica. L’equipaggiamento deve essere curato anche per quanto attiene alla sicurezza individuale;
EEA = “percorso per Escursionisti Esperti Attrezzato”, per le vie ferrate e per i sentieri attrezzati, dove la frequenza delle attrezzature, l’impegno fisico da esse richiesto e la notevole esposizione dei passaggi comportano un livello di pericolosità che rende necessario l’uso dei dispositivi di sicurezza, sia per l’autoassicurazione che per l’assicurazione reciproca nel caso di gruppi;
A = “percorso Alpinistico”, per gli itinerari privi di segnalazione o con segnalazione incerta, su terreno prevalentemente roccioso, con passaggi da superare in arrampicata, anche se presentanti difficoltà ai livelli minori della scala alpinistica (1°-2° grado) e che comunque richiedano capacità nell’individuazione dei giusti passaggi, anche con visibilità scarsa o con terreno innevato;
- il tempo di percorrenza medio necessario per completare il sentiero. Esso è riferito ad un escursionista con normale allenamento e carico, in situazioni ambientali e meteorologiche favorevoli. Per percorsi complessi o lunghi, l’indicazione del tempo necessario a percorrerli è calcolata con adeguata approssimazione, giocando un ruolo decisivo nel tempo di marcia le condizioni fisiche e di allenamento, il carico e il numero di componenti la comitiva;
- i territori comunali attraversati dal sentiero. Trattandosi di sentieri intervallivi, talvolta sconfinanti nel territorio di comuni appartenenti ad altra Comunità Montana o ad altro territorio regionale, questi vengono comunque indicati per completezza d’informazione;
- la quota massima raggiunta dal sentiero. E’ questo un dato che recita un ruolo marginale nel tempo di percorrenza essendo più indicativi, a tale proposito, il dislivello e la difficoltà del percorso. La quota massima può servire invece per valutare la possibilità che il terreno sia innevato in determinati periodi della stagione;
- il periodo consigliato per percorrere il sentiero. Va sottolineato che il periodo più favorevole per le escursioni in ambiente alpino va dall’inizio dell’estate alla prima metà dell’autunno. Per escursioni a bassa quota o su terreno esposto a sud, il periodo può però iniziare alquanto prima dell’estate, a seconda delle condizioni climatiche o di innevamento le quali, ovviamente, variano da stagione a stagione;
- la cartografia di riferimento. Come già evidenziato nel paragrafo relativo, essa è rappresentata dai fogli alla scala 1:25.000 editi dalla casa editrice Tabacco di Tavagnacco (UD);
- i rifugi ed i bivacchi fissi che si trovano agli inizi del sentiero o nel corso del suo sviluppo. È questo un dato che può rivelarsi molto utile nel caso che, durante il cammino, si verifichino eventi atmosferici tali da richiedere il ripiego verso una struttura in grado di fornire riparo.
La descrizione dei sentieri segue la direzione di marcia e, in tal senso, vanno quindi interpretati i termini “destra” (d.) e “sinistra” (sin.). Quando ritenuto opportuno, si è cercato di riportare la toponomastica ladina così come effettivamente adottata dalla gente del posto, in considerazione del fatto che i toponimi rientrano nelle espressioni spontanee della cultura locale e che il loro recupero è doveroso nel rispetto dovuto a tale cultura. Nel trascrivere il toponimo si è di norma data la preferenza alla forma adottata nel Comune nel quale ricade l’elemento topografico. Si è ritenuto poi di adottare una trascrizione fonetica semplificata, ricorrendo alla grafia dell’alfabeto italiano che più si avvicina alla dizione locale, evidenziandola con carattere corsivo per richiamare l’attenzione del lettore. Le quote riportate sono riferite alla cartografia Tabacco. Per concludere, nella descrizione dei sentieri molti termini, particolarmente ricorrenti, sono stati abbreviati. Il prontuario di queste abbreviazioni è riportato di seguito.