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Brevi consigli per muoversi sui sentieri di montagna
In ambiente montano, anche per brevi e semplici escursioni, è sempre doveroso munirsi di equipaggiamento adeguato; scarponi con suola rigida, vestiario caldo, giacca a vento e copricapo fanno parte del corredo indispensabile per affrontare le possibili avversità atmosferiche e del terreno che, data l’altitudine, sono soggette a rapidi mutamenti. Nello zaino non dovrebbero mai mancare, oltre alla biancheria di ricambio, anche una pila frontale, alimentazione energetica sufficiente (rapportata alla lunghezza del percorso e costituita possibilmente da cibi leggeri e facilmente assimilabili dall’organismo) e liquidi di scorta (preferibilmente acqua con eventuale aggiunta di integratori salini). Ogni escursionista non dovrà mai sottovalutare i pericoli ed i rischi connessi allo svolgimento di una gita in montagna e dovrà comunque essere adeguatamente preparato ed allenato rispetto all’impegno richiesto.
È sempre opportuno comunicare preventivamente, con precisione, il luogo dove si è diretti e quale itinerario si intenda percorrere, anche utilizzando in modo appropriato il libro visitatori dei rifugi e dei bivacchi fissi. Ai percorritori dei sentieri attrezzati e delle vie ferrate è richiesta una preparazione più specifica ed accurata. Questi tracciati si svolgono in severi ambienti di croda, dove diversi fattori esterni (condizioni climatiche, caduta di sassi, folgori ed altro) e soggettivi (stanchezza, vertigini, disturbi da altitudine) possono trasformare una normale escursione in un’avventura molto pericolosa. L’equipaggiamento minimo, teso a garantire la percorribilità di sentieri attrezzati e vie ferrate in condizioni di sicurezza, deve prevedere, in aggiunta a quanto precedentemente specificato, un sistema di aggancio di sicurezza alle attrezzature fisse (kit da ferrata omologati), il casco da arrampicata ed, eventualmente, un paio di guanti. La prudenza, il buon senso e la coscienza dei propri limiti, oltre che dei traguardi da raggiungere, sono gli elementi necessari affinché una godibilissima escursione in montagna non si trasformi in una brutta esperienza.
Chiamate di soccorso e segnale internazionale di soccorso alpino
- per chiedere aiuto: emettere 6 segnali ottici (sventolio di fazzoletti o di indumenti, segnali con specchi, torce elettriche ecc.) o acustici (grida, fischi o altri rumori percettibili) in un minuto (uno ogni 10 secondi); attendere un minuto circa e poi ripetere lo stesso segnale finché non si riceve risposta;
- per rispondere alla richiesta di aiuto: emettere 3 segnali ottici o acustici in un minuto (uno ogni 20 secondi) ; attendere un minuto e poi ripetere la segnalazione;
Per segnalare ad un pilota di elicottero la nostra condizione: tutte e due le mani ben alzate sopra la testa in modo da formare una Y con il resto del corpo significa che abbiamo bisogno di aiuto. Un braccio alzato e l’altro abbassato e leggermente scostato dal corpo, in modo da formare una ideale N, significa che non abbiamo bisogno di aiuto.
Per richiedere l’intervento del Soccorso Alpino (C.N.S.A.S.) comporre sempre ed esclusivamente il numero 118 del S.U.E.M..