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125 Pàdola (bivio per Chiamora) – I Tófe
Pàdola, bivio per Chiamora 1272 m – Bosco di Sant’Anna – Incrocio sent. segn. 164, 1554 m – Bosco Aiàrnola – Incrocio sent. segn. 153, 1874 m – Forc. Val da Rin (inn. sent. segn. 127) 2428 m – Val da Rin de Aiàrnola – I Tófe 1100 m.
Dislivello: in salita 1156 m, in discesa 1328 m; difficoltà: EE; tempo di percorrenza medio: ore 6.00; comuni attraversati: Comelico Superiore e Auronzo di Cadore; quota massima: Forc. Val da Rin 2428 m; periodo consigliato: da giugno a settembre; cartografia: Tabacco foglio 017; rifugi e punti di appoggio: ==.
Breve descrizione: da Pàdola (in territorio amministrativo della C.M. Comelico e Sappada) si segue la S.P. 532 per il Passo Sant’Antonio per poco più di un km, fino al bivio (a sin.) con la strada forestale di Chiamora, dove si lascia l’auto. Si imbocca il sentiero antistante al bivio, sul lato d. della provinciale, risalendo il bosco di Sant’ Anna fino ad immettersi sulla strada silvo-pastorale diretta alla Casera Aiàrnola. Si continua a d. sulla carrareccia fino ad incrociare il sent. segn. 164 (tab.) che prosegue anch’esso sul tracciato della strada, verso la citata casera. Qui si abbandona il comodo percorso e si prosegue diritti verso O risalendo il fitto Bosco Aiàrnola, fino ad uscirne alle soglie del vasto catino glaciale, cui fanno da contorno, da S a N, l’Aiàrnola, la Croda da Campo e la Torre Canal col più basso e tozzo Còrno Ciapelèi, e dove si incrocia il sent. segn. 153 che taglia trasversalmente il circo. Superatolo, si continua la risalita dapprima fra mughi, poi su magre zolle erbose, quindi sul ghiaione, deviando ad un certo punto verso S (sin.) a rimontare, su traccia di sentiero, l’erto pendio che giunge a Forc. Val da Rin (tab.). Stupendo colpo d’occhio verso le Creste di Confine (alle nostre spalle), mentre a S si profilano le Marmaròle e, sotto di noi, l’imbuto di pietre e verdi che discendono dalla testata della Val da Rin de Aiàrnola. Si inizia la discesa (in territorio amministrativo della C.M. Centro Cadore) in questo ambiente di selvaggia bellezza, mentre ci appare il Lago di Auronzo (o di Santa Caterina) dando l’impressione (sbagliata) che il paese sia lì a due passi. Si segue la labile traccia fino ad arrivare ai primi mughi ed a qualche mobile colata di ghiaie, superate le quali si imbocca un più certo (come direzione di discesa) quanto ripido e pietroso canalino per giungere, dopo lunga discesa, ad un passaggio in galleria, superato il quale si vedono, sottostanti, i ruderi della miniera di blenda. Da qui il sentiero entra in un bel tratto boscoso e su buona traccia, con bellissimi scorci verso SO sulle Marmaròle, perviene, in località I Tófe, alla strada asfaltata (tab.) di Pian da Barco, seguendo la quale in discesa si giunge ad Auronzo (Villagrande).
La Forc. Val da Rin d’Aiàrnola dal ciadìn sottostante, in versante auronzano (a sin.); durante la lunga discesa verso Au-
ronzo: i profli del M. Ciarìdo, del M. Ciastelìn e della Croda Bianca (a d.)
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