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338 S.P. 619 (Sant’Osvaldo) – S.P. 619 (Val Larga)
S.P. 619 (Sant’ Osvaldo) 1029 m – Costa 1233 m – Larìne 1546 m – Casera Doàna (inn. sent. segn. 336) 1911 m – Val Larga 1559 m – S.P. 619, c. 1580 m.
Dislivello: in salita 880 m, in discesa 350 m; difficoltà: E; tempo di percorrenza medio: ore 4.00; comuni attraversati: Vigo di Cadore; quota massima: Baita Camporosso 1930 m; periodo consigliato: da giugno ad ottobre; cartografia: Tabacco fogli 016 e 02; rifugi e punti di appoggio: Casera Doàna.
Breve descrizione: da Laggio, seguendo la strada per Casera Razzo (S.P. 619) fin nei pressi dei tabià Sant’Osvaldo, si va ad imboccare sulla d. (tab.) una buona stradina asfaltata che, dopo un paio di chilometri, va ad attraversare il letto del Torr. Piova e, in sin. orografica dell’omonima valle, sale alle belle radure di Dumèle e Costa. Qui si imbocca a sin. la mulattiera con segn. 338 (tab.) che sale ripidamente, passando per Larìne Bassa e Larìne Àuta, fino al cosiddetto Tabià del Bòci. Da qui, divenuta sentiero, prosegue sempre nel fitto del bosco, raggiungendo il Pra de la Monte, un tempo zona di pascolo ma oggi completamente sommerso dalla vegetazione arborea. Si sale quindi ripidamente sulle pendici della Costa del Mus raggiungendo, non senza fatica, la bella baita posta sulla C. di Camporosso. Qui si imbocca la mulattiera (sempre segn. 338) che traversa verso SE (passando sopra la Casera de le Féde) fino alla Casera Doàna, nel piccolo e solitario anfiteatro racchiuso tra il M. Verna ed il Col Ròsol. Da qui, seguendo a ritroso la mulattiera d’accesso, si scende ad attraversare nuovamente il Torr. Piova nell’alto suo corso e si risale, in breve, alla S.P. 619, poco a valle del valico di Cianpigòto.
... la bella baita posta sulla C. di Camporosso; sullo sfondo la Cresta dei Castellati. (a sin.); da sopra la Casera de le Féde verso il Col Ròsol (a d.)
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