You are here280 Sentiero attrezzato "Antonio Sanmarchi"
280 Sentiero attrezzato "Antonio Sanmarchi"
Biv. Tiziano (inn. sent. attr. segn. 260 “degli Alpini”) 2246 m – Val Lònga – C. Schiavina – Biv. Musatti (inn. sent. attr. segn. 279) 2111 m – Forc. del Méscol c. 2400 m – Forc. di Croda Rotta 2569 m – Forc. Vanedèl 2372 m – Incrocio sent. attr. segn. 278 per Biv. Voltolina, 2082 m – Cengia del Corno del Doge – Alta Val di San Vito (inn. sent. segn. 226 e 247) 2047 m.
Dislivello: in salita 1200 m, in discesa 1395 m; difficoltà: EEA; tempo di percorrenza medio: ore 11.00; comuni attraversati: Auronzo e San Vito di Cadore; quota massima: Forc. di Croda Rotta 2569 m; periodo consigliato: da luglio a settembre; cartografia: Tabacco foglio 016; rifugi e punti di appoggio: Biv. Tiziano, Biv. Musatti e Biv. Voltolina.
Breve descrizione: dal Biv. Tiziano ci si cala verso S alla base del colle per percorrere quindi, in lieve salita, la verde Val Lònga per c. 20 minuti, fino al punto in cui (indicazioni), alla base del culmine S della lunga dorsale del Taco del Todésco, si evidenzia la miglior via di salita per giungere alla soprastante cresta, posta tra la C. Schiavina e la citata dorsale. Si percorre quindi la cresta in direzione SO per un breve tratto, si oltrepassa un’insellatura e se ne raggiunge subito dopo una seconda più larga dalla quale, piegando a d., si scende un primo pendio erboso ed un successivo, semplice ma verticale, salto di roccia, discendendo ancora il vallone fino a confluire nella vasta conca del Meduce de Fòra. La si attraversa lungamente per prati, puntando in direzione del Méscol (NO) e deviando poi ad O, c. a metà conca, per giungere in breve al Biv. Musatti. Ci si cala da questo, per prati in leggera discesa, portandosi verso la base delle rocce del Méscol, che si fiancheggiano fino a rimontare a d. un erto pendio; ci si immette quindi in un ripido canale, da cui si esce volgendo a sin. per percorrere una cengia erbosa e portarsi alla base di una parete, che si supera (corde metalliche) giungendo alla Forc. del Méscol. Ci si abbassa rapidamente di quota sull’opposto versante, lungo un erto pendio erboso seguito da un canalino, che si discende tenendosi a d. per superare, sempre a d., un piccolo salto roccioso e giungere infine nel circo del Meduce de Inze. Lo si attraversa puntando alle placche erbose sotto la Croda Rotta (la via è segnata con bollini rossi), che si risalgono giungendo alla base di una parete solcata da un camino inclinato, alla metà del quale si apre una piccola caverna. Si supera il camino (corde e scalette metalliche) e, tenendosi a sin., per tracce, si giunge alla Forc. di Croda Rotta valicata la quale, piegando ancora a sin., si traversa in quota (non scendere!) per una cinquantina di metri. Si giunge ad un intaglio dal quale ci si cala, per facili ghiaie, ai piedi della Cresta Vanedèl e si rimonta un dosso ghiaioso, oltre il quale una cengia esposta e molto inclinata, attrezzata con corde fisse, ci consente di giungere sulla strettissima Forc. Vanedèl. Dopo questa, con l’ausilio di corde fisse, si risale una breve paretina giungendo ad un terrazzo, dal quale ci si cala, su una successione di corde fisse seguite da sentiero ben tracciato, fino a pervenire a fianco della sommità del Col Negro. Procedendo oltre, ci si imbatte in una cengia molto esposta, attrezzata, lunga una trentina di metri e ultimo ostacolo di rilievo prima della soglia della Val di Mezzo, alla quale si perviene su sicure placche erbose. Si discende ancora giungendo, in breve, all’alveo del torrente e incrociando, a d., il sent. attr. segn. 278 che, in direzione S, risale la valle per giungere, in c. 20 minuti, al Biv. Voltolina. Il nostro sent. segn. 280 continua invece in quota, svoltando a d. in direzione della possente parete orientale del Corno del Doge ed infilando la famosa, omonima Cengia. Questa contorna il Corno a N e, per un tratto, anche ad O, ed è attrezzata con corde fisse in vari punti ma si percorre tuttavia agevolmente, giungendo in vista dell’alta Val di San Vito. Qui il sentiero comincia a scendere, oltrepassa il Rio di San Vito per incontrare, poco oltre, il sent. segn. 226, che sale dalla Foresta di Somadida, ed il sent. segn. 247, proveniente invece dal Biv. Slataper (tab.).
Rif. e Biv. Tiziano dal sentiero di salita alla cresta del Taco del Todésco (a sin.); i “lastoni” e lo svettante Cimón del Froppa prima di iniziare la discesa nella conca del Meduce de Fòra (a d.)
Clicca sulla cartina per un ingrandimento.